Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  giovedì 23 giugno 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Pannella e i poliziotti

di Michele Rana

Sembra esserci una costante per chi, come me, in questi giorni si trova a frequentare le strade e i marciapiedi delle nostre città per fare volantinaggi, tavolini e quant’altro serva a diffondere la conoscenza di un simbolo, di obiettivi politici e di storie pubbliche e personali dei diversi candidati: la forte indifferenza dei ventenni.

 

Non so se sia giusto ovvero un semplice dato di fatto che è doveroso solo registrare quello che vuole che, a partire dalle democrazie anglosassoni più evolute, la politica, in fine, la facciano e la determinino in pochi.

 

Sta di fatto che, in opposizione, mi è tornato alla mente l’intervento che Marco Pannella ha fatto nel corso del Convegno del Sindacato Italiano Appartenenti di Polizia (SIAP), “Ordine Pubblico: condizione di libertà o condiziona la libertà ?” tenutosi a Genova il 29 Marzo scorso.

 

Sono i dettagli, se si vuole il contesto, piuttosto che il testo che a me hanno destato particolari riflessioni.

 

Prima di Marco hanno preso la parola altri politici, compreso il Ministro della Funzione Pubblica Baccini.

 

Senza che da ciò si possa desumere un falso moralismo, sinceramente, ho avuto la sensazione che questi altri parlassero ai poliziotti, anche con quella conveniente dose di opportunismo elettorale che in queste situazioni non guasta mai.

 

Marco, no; lui ha parlato “tra i poliziotti”.

 

Marco non ha blandito la folla; sono sicuro che li ha scrutati, ne ha percepito l’umanità, il vissuto e ha tenuto una lezione di storia dagli anni settanta ad oggi, dal sequestro del generale Dozier a Genova 2001. Ne ha proposto una lettura sincopata, come sa fare lui con frequenti flash back, per farne apprezzare anche le differenze emotive; ha parlato di un potere, quello che negli anni settanta si chiudeva a riccio rispetto alla conoscenza parlamentare degli atti di tortura della Polizia pre-Riforma,che ha prodotto e produce la classe dirigente di oggi (Rognoni allora Ministro dell’Interno oggi Vice Presidente di diritto ma Presidente ordinario per prassi anticostituzionale del C.S.M.).

 

“Siamo in guerra” ripeteva l’allora Ministro democristiano e si sa in guerra tutto è permesso !

Ma è un’analisi di contesto quella che voglio proporre. Chi era lì seduto, in borghese, ad ascoltarlo, soprattutto tra i più anziani, ha avuto la sensazione di aver contribuito a fare la storia e la riforma liberale di questo paese insieme a Marco Pannella.

 

Ed invero l’ha fatta  quando i radicali, per primi e da soli, da autentici nonviolenti realizzavano le prime manifestazioni e le prime marce, mai oceaniche, in cui non solo si evitava ogni violenza ma si rispettavano persino le norme del codice della strada mettendo in imbarazzo chi, magari, “qualche errore” in piazza lo voleva pure.

 

Credo di non esagerare ad aver udito una platea silenziosamente affascinata, magari anche dubbiosa, mentre solo pochi minuti prima il Ministro Baccini ne aveva sollecitato gli istinti più bassi, quelli che vengono dallo stomaco, strappando un applauso, dal mio punto di vista banalmente populista, evocando un si ai processi per i delinquenti e un no a quelli per i poliziotti.

 

Marco, invece, aveva pronto un discorso che poi, puntualmente, non ha seguito perché i poliziotti e i loro volti gli hanno suggerito qualcos’altro; in quel discorso c’era lo speculare, oserei dire cristiano, gandhiano, religioso della forza creatrice che vi può essere anche nell’errante.

 

La poesia “pannelliana”, insomma, seppur nel momento delle conclusioni del convegno, mi è parso abbia stregato un po’ tutti. I più vecchi del mestiere hanno percepito che non era il solito compitino del politico in cerca di voti; dopo hanno avvicinato quell’omone denso di vita e di amore, gli hanno stretto la mano e ricordato momenti di incontro nelle piazze italiane e quella sera, ne sono sicuro, hanno saputo cosa di cui parlare a tavola con i colleghi più giovani, con i ventenni della polizia di stato.